DINO BIBIANI

LA MISURA DEL TEMPO È UNA PASSIONE

Dino Bibiani, classe ’42, nato a Spoleto, caratteristica cittadina nel cuore dell’Umbria sede del Festival dei due Mondi e già nota agli appassionati d’arte per la bellezza dei suoi monumenti e del paesaggio che la sovrasta. All’età di 13 anni, alle dipendenze di un artigiano locale, muovo i primi passi in quella che si sarebbe poi rivelata la mia attività e soprattutto la mia più grande passione: l’orologeria. A 20 anni inauguro il mio laboratorio in un paesino poco distante da Spoleto, La Bruna di Castel Ritaldi specializzandomi nella revisione di orologi meccanici e nel restauro della grande pendoleria. Ma la passione per l’orologeria non poteva limitarsi alle riparazioni quotidiane così, alla chiusura serale e comunque nei pochi ritagli di tempo libero, mi dedicavo alla progettazione delle cose più strane e fantasiose: dal campanello meccanico che ho in negozio, ricavato dagli ingranaggi delle vecchie sveglie, alle varie macchine e utensili indispensabili per il lavoro di tutti i giorni. Nel 1980, assecondato da un amico, inizio la costruzione di quello che sarà il mio pezzo più prestigioso, un grande orologio interamente realizzato al tornio, senza avvalersi di parti di meccanismi preesistenti, tantomeno di alcun progetto.

grande orologio meccanico autocostruito tutto a mano

 Dopo ben quattro anni e soprattutto dopo innumerevoli tentativi e modifiche, terminiamo la costruzione della pendola che dal 1984 è il simbolo del mio negozio. Tra le tante particolarità che contraddistinguono l’orologio rendendolo unico nel suo genere, spicca l’innovativo sistema di risalita automatica dei pesi, successivamente da me adottato anche nel ripristino degli orologi da torre. Termino la mia piccola presentazione invocando la salvaguardia per questi piccoli capolavori dell’ingegneria meccanica, offuscati dall’evoluzione tecnologica e spesso abbandonati in vecchi edifici, in un paese famoso nel mondo per le indubbie bellezze naturali, ma soprattutto per l’abbondanza e la ricchezza delle sue opere d’arte e l’ingegno creativo dei suoi abitanti.